Di San Francesco Caracciolo sono pervenute a noi molte lettere ma solo un’opera completa: “Le Sette Stazioni sopra la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo”. Con essa il santo propone al lettore un cammino spirituale per vivere più intensamente la settimana che porta alla Pasqua. Queste meditazioni ci portano nel cuore della spiritualità caracciolina: infatti il motto dell’Ordine è “Ad Maiorem Resurgentis Gloriam”, cioè “a maggior gloria del Cristo che risorge”. La resurrezione è il fondamento della fede cristiana.
In questa piccola opera San Francesco Caracciolo dimostra tutta la sua predisposizione d’animo all’empatia. Egli veramente accompagna con tutto il cuore i protagonisti della Settimana Santa, proiettando se stesso e il lettore a quella fine che non è una fine ma che invece segna l’inizio di una vita nuova, continuamente rinnova a condizione di viverla come il Gesù della settimana santa ha indicato: cioè, abbassandosi e mettendosi al servizio dei più piccoli. Non è un caso che proprio il vangelo della lavanda dei piedi, proclamato il giovedi santo, sia anche il brano scelto per la festa liturgica del santo il 4 giugno, che dell’umiltà fece il suo tratto distintivo.
Come spiega Mons. Bruno Forte, vescovo di Chieti, nella sua introduzione alla piccola opera: “Il linguaggio del testo rivela in maniera quanto mai eloquente la finalità mistica del piccolo strumento spirituale: si tratta di un linguaggio colloquiale, che si rivolge direttamente al lettore per provocarne il coinvolgimento della mente e del cuore.: “Mediterai… rifletterai… Guarda… Contempla… Considera…”. Il fine di ciò che è detto è una comunicazione di esperienza, una condivisione di vita di fede, come mostrano anche le immagini, spesso tratte dal mondo degli affetti e della sensibilità”.
L’atmosfera della spiritualità del tempo in cui visse san Francesco Caracciolo si ritrova nella suggestiva “processione Cristo Morto” (candidata per l’Unesco) che si svolge nelle vie del centro storico di Chieti il venerdi santo: un interminabile corteo delle confraternite (fra cui quella intitolata a San Francesco Caracciolo) accompagna i terribili segni della Passione in un silenzio irreale (lo stesso che abbiamo conosciuto durante il lockdown) riempito solo dalle note di uno struggente “miserere” e dalla certezza che Cristo risorge continuamente.